Università degli Studi di Roma Tor Vergata
OnDeNet - Rivista a cura dell'indirizzo multimediale della Scuola di Specializzazione in analisi e gestione della comunicazione
OndeNet

Cultura digitale

Scemocrazia

di Marco Boccia

E in uno sfavillare di ridicolaggini la "scienza", o almeno la sua claudicante controfigura, collassa. Ma la grandezza del web sta anche nella sua permissività. Chiunque infatti può affibbiarsi l'etichetta di scienziato senza suscitare le ire di qualche prestigioso accademico, geloso oltremodo della nomenclatura. L'interattività, l'uso insistito delle immagini e dei suoni, la parsimonia concettuale, la briga del designer di turno di condurre per mano l'utente nei meandri del sito, fornendo in tal modo percorsi "semi-obbligati" e segnaletiche il più possibile chiare e coincise, tutto questo non può che esulare dal pane quotidiano della comunità scientifica.

Dunque, ristabiliti i confini, al web è concesso tutto o quasi. Un fulgido esempio di questa ampia libertà di movimento e parola è offerto dalla rutilante esperienza multimediale di www.thespark.com. Scenario canagliesco di una sordida comunità di pseudo-scienziati mossi dal desiderio di condurre strampalate ricerche e improbabili esperimenti al fine di dare un contributo essenziale al progresso dell'umanità ("to stand in the way of human advancement", "and put ignorance on the run").

Tutto ciò che l'intellettualismo bollerebbe come "idiozie belle e buone" diventa il pretesto per acquisire la palma d'oro di esperti in "azzardo simil-scientifico". La larghezza di banda, con tutto ciò che può entrarci, contro la piccolezza dell'intellighenzia barbosa e schizzinosa.

Il sito corredato da esempi, fin troppo espliciti (come diventerebbe un pezzo di carne lasciato a marcire per diciannove giorni nel giardino dei vicini? Come si diventa dopo un mese trascorso ad ingozzarsi di cibo e schifezze d'ogni genere?), lascia più che esterrefatti e sbigottiti. Ed il motto degli sparkmen diventa: "Come on, Science, act like a man!".

Trashback

Questione largamente dibattuta, tutti i media hanno, chi più chi meno, offerto servigi al consesso umano, trasportando qua e là lo scibile e contribuendo così alla lotta contro l'ignoranza. Ma non sempre la maneggevolezza del sapere ha coinciso con il rispetto della purezza incontaminata del suo messaggio.

Alla tradizionale polarizzazione e categorie di alto e basso, da millenni divise inesorabilmente da frontiere invalicabili, si è sovrapposto, questo il senso del XIX secolo, un agglomerato di stratificazioni mediane (proprio perché mediali). Un ampio ventaglio di risoluzioni adatte alla pancia della "semiosfera", ovvero una sorta di "di tutto un po'" utile alla maggioranza dei componenti di un sistema sociale. Un incontro fertile tra democrazia e sapere, è stato il refrain.

È stata palese, per fare un esempio, la propensione della tv per la divulgazione. Come la missione del cinema nell'ambito della rivoluzione dei costumi grazie ai centimetri di pelle elargiti ad un pubblico sempre più esigente. In questa prospettiva, il trash è stato, a turno, prodotto, (mal) digerito e risputato dai vari media, testimoniando che non ci sono differenze "di famiglia" quando si tratta di propagare la compiaciuta ostentazione della mediocrità. Che è un modo, forse, di esorcizzarla.